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la storia di un artista

Addio Pippo, il saluto dei figli

Pippo Trovato ci ha lasciati, ma vive nella sua musica e nei ricordi di tutti noi. Ecco una memoria dei figli letta in occasione delle esequie.

2 giugno 2020, le esequie di Pippo Trovato presso la chiesa S. Leonardo Abate di Mascali

“La vita è una linea, ha un punto di partenza ed un punto di arrivo, è un percorso inevitabile la cui qualità ed il cui giudizio dipendono da come stiamo vivendo o da come abbiamo sin qui vissuto la nostra vita, secondo quali principi e quali valori.
Papà era nato nel 1934 nelle casette qui di fronte, primo nato nella nuova Mascali appena costruita dopo l’eruzione del 1928, e ad appena cinque anni perse suo padre, che in questa chiesa aiutava a servir messa padre Parisi. Mascalesi tra mascalesi. Perdere il padre a cinque anni significa crescere senza padre, in pieno secondo conflitto mondiale, tra difficoltà e condizioni oggi impensabili.
Ed è ancor più difficile essere papà senza aver avuto un papà, eppure il nostro ci ha provato, nel migliore dei modi, senza risparmiarsi, senza un modello, ma seguendo la propria sensibilità, con la sua semplicità, riuscendoci, una vita per la famiglia ed i figli, seguendo i cardini dell’insegnamento cattolico, lui che affermava di aver visto e baciato, da bimbo, la Madonna, che pregava ogni mattino al risveglio.
Una vita anche per la musica, per la chitarra, la sua compagna di una vita, per settantacinque anni, quello che oggi definiremmo un bambino prodigio della musica. Un talento naturale stimolato dalla sua mamma, che dal cantastorie Orazio Strano comprò per qualche lira, un po’ di pane e un po’ di olio, la prima chitarra.
Non esisteva alcuna barriera tra Pippo e la sua chitarra: ogni intuizione emotiva si traduceva istantaneamente in movimento di dita, pressione e corde, per generare suoni capaci di arrivare al cuore, sia che fossero dolci canzoni d’amore, che grandi classici, che virtuosismi jazz, di cui era vero e talentuoso appassionato.
Taormina, poi Milano, poi l’Olanda e la Germania, poi di nuovo la Sicilia, nel 1967, per metter su famiglia con Rosamaria, una prolifica coppia artistica che generò non solo figli, ma anche dischi ed arte.
Pippo è stato uno dei protagonisti musicali della Taormina degli Anni Sessanta, gli anni d’oro della Giara, di Paolone, quando gli attori americani si ritrovavano all’Hotel Imperial, gli sceicchi arrivavano coi treni privati e la musica dei night iniziava alle sei del pomeriggio sino a notte fonda.
Pippo Trovato è stato cantore appassionato di una Sicilia autentica, ora innamorata, ora passionale, ora drammatica ora tragica. Sua fonte di ispirazione è sempre stata la Sicilia, e Taormina, la culla artistica in quegli anni di un fermento musicale che la poneva al centro della movida europea.
Negli anni 80 e 90, Pippo ha abbinato le lezioni di chitarra, i night club alla Tv, di cui fu pioniere artistico, muovendosi sempre sul binario dell’arte musicale e dell’amore incondizionato per la famiglia ed i figli, collaborando, tra gli altri, con il suo amico Ignazio Buttitta, e con un fermento artistico e culturale regionale che si ritrovava nei valori della tradizione e della denuncia sociale per una Sicilia migliore.
Pippo non solo è stato un padre, un artista ed un musicista ammirato da tutti, ma anche un docente negli istituti superiori apprezzato non solo per le sue qualità di docente, ma anche e soprattutto per le qualità umane. Aveva sempre una buona parola per evitare le bocciature degli studenti.
Chi in questi ultimi anni gli è stato accanto, lo ha visto pian piano ed inevitabilmente spegnersi, lui sempre legato alla musica, al divertimento, alle feste, alla vita.
Il cuore dell’allegria, per gli altri, un altruismo del divertimento che oggi suscita in molti di voi qui presenti ricordi e storie ed aneddoti e sorrisi.
Questo era Pippo Trovato, che se oggi cessa la sua vita terrena, prosegue la sua carriera artistica negli strumenti che la tecnologia ci mette per fortuna a disposizione, continuando a rallegrarci con la sua voce calda ed emozionante. E con la sua chitarra, braccio sonoro della sua arte, le cui note la famiglia ha già iniziato a mettere su internet a disposizione di tutti, condividendone spartiti, note, parole, affinché la sua arte e la sua passione possano continuare nel tempo. Pippo non è veramente davvero morto, perché la sua voce e la sua allegria continueranno a tenerci compagnia con un semplice clic del computer.
Negli ultimi anni Pippo aveva iniziato a chiudersi, a causa di un incalzante spettro difficile da combattere. La famiglia ringrazia per il supporto prestato da Giuseppe Spadaro e da Emi Lebanon, e negli ultimi mesi da Nunzia ed Angela Busà, della Casa di Riposo Don Bosco di Riposto, che hanno dimostrato che quando si lavora col cuore, una carezza, un conforto, un gesto, rappresentano molto di più di un sorriso: una speranza ed una gioia. Un grazie a tutti i medici ed infermieri che in questi ultimi mesi non si sono risparmiati per prestargli assistenza, a tutti i livelli, ed un grazie speciale a zia Nardina, da sempre per tutti noi fonte di forza e coraggio.
Grazie a tutti voi per essere qui, Pippo apprezza e ringrazia.
La sua chitarra resta qui, ma certo la sua musica adesso allieta anche il paradiso”.
Luca, Danilo, Sergio e Ivan.
Mascali, 2 giugno 2020

2 risposte su “Addio Pippo, il saluto dei figli”

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